Terrorismo: “Nuovi attacchi servono a tenere alta la tensione”

4 Giugno 2017 Terrorismo: “Nuovi attacchi servono a tenere alta la tensione”

Intervista rilasciata a Agenparl il 4 giugno

Ancora un attacco terroristico a Londra, morti e scene di panico. Come il falso allarme bomba a Torino che ha causato oltre 1.500 feriti. Agenparl ha sentito l’opinione di 2 esperti. “Il terrorismo sta cambiando la nostra vita – dice Paolo Pagliaro, esponente dell’ufficio di presidenza nazionale di Forza Italia, da sempre attento alle tematiche della sicurezza -, sta cambiando il nostro modo di fare e di pensare, il clima di terrore e il panico unito allo sgomento che provoca si materializza in un attimo. Colpisce ovunque. Ne parliamo, ci scandalizziamo, ma se i governi non agiranno con pugno duro andando ad estirpare la radice del problema, man mano diventerà sempre più normale convivere con il terrore”. “Ieri – ricorda Pagliaro – un furgone in London Bridge investe la folla, si pensava ad un incidente, invece è l’ennesimo attacco terroristico. Bilancio di 7 morti e 30 feriti. Uccisi i tre terroristi. I terroristi sono riusciti a farci vivere in un clima di terrore, lo dimostra anche l’ultimo evento dettato dalla paura in piazza San Carlo a Torino, gremita per la finale di Champion. Ad un tratto forse è scoppiato un semplice petardo ed è scattato il panico: tutti in fuga che travolgono tutti, con il risultato di 1500 feriti. Concettualmente tutto ciò è opera del grande progetto terroristico di sottomissione dell’occidente all’islam”.

“I recenti attentati e la recrudescenza degli stessi – spiega la scrittrice AntonellaMarchisella, autrice di ‘Oltre la luna a Falluja’, un libro sul terrorismo internazionale di matrice islamista -, come l’agire in luoghi prettamente frequentati da fanciulli, si ricollega alla necessità per i terroristi di mantenere alto il livello attentivo-cognitivo d’allerta meglio definito come arousal. L’obiettivo primario per il terrorista è quello di incutere terrore nella gente, di farla sentire costantemente in pericolo, di destabilizzarla. Negli ultimi anni siamo stati colpiti da attentati con costanza nel tempo, spesso nelle medesime modalità d’attacco: questo è servito ai terroristi per ingenerare nelle popolazioni lo stato di allerta e vigilanza costante, lo stato di arousal”. “Ingenerare questo stato – prosegue Marchisella – e soprattutto il mantenimento di esso è una delle mire principali dei gruppi terroristici. Come per ogni cosa, anche lo stato attentivo-cognitivo d’allerta si stabilizza, e a quel punto il terrorista deve ingenerare nuovamente l’allerta compiendo atti più recrudescenti per innalzare e mantenere nuovamente il clima di terrore. Ecco perché colpire in luoghi frequentati da giovani, perché la morte di un bambino fa sempre più orrore di quella di un adulto. Per quanto concerne il metodo di gettarsi sulle folle con dei camion, possiamo dire che non vi è nulla di nuovo, era già utilizzato in medio oriente e resta uno degli attacchi peggiori in quanto più difficilmente prevedibili. Londra è una città multietnica, il cui primo cittadino è di religione musulmana. Questo ci conferma quello che già sapevamo, i terroristi non attaccano soltanto i cristiani, non conducono soltanto una guerra contro l’Occidente. I terroristi attaccano e ammazzano anche i musulmani, stravolgendo il messaggio dell’islam”.

“E’ dunque importante – conclude la scrittrice – che le comunità musulmane continuino ad esprimere il loro dissenso e a prendere pubblicamente le distanze da chi compie gli attacchi terroristici. I terroristi hanno, tra gli altri, lo scopo di compiere quella operazione ‘’a tenaglia’’ che gli consenta di riuscire in ciò in cui le truppe di Maometto II non riuscirono nell’antichità: islamizzare l’occidente. Ma non bisogna fare un calderone, è necessario un distinguo tra una persona musulmana che conduce serenamente la sua vita integrandosi con il prossimo, da un terrorista che stravolge il messaggio dell’islam per attuare i propri progetti folli di espansione territoriale ed economica”.