Turismo ok, ma per la svolta serve la Regione Salento

4 Settembre 2017 Turismo ok, ma per la svolta serve la Regione Salento

Abbiamo salutato agosto che è scivolato via portando con sé buona parte dell’estate 2017. Un’estate record per il caldo e record per il Salento che è stato preso letteralmente d’assalto da tantissimi turisti che hanno deciso di trascorrere da noi le loro vacanze, e di questo ne siamo felici. È tempo di bilanci e bisogna farli togliendosi le mani dagli occhi, un po’ come abbiamo fatto guardando il tramonto più bello dell’anno. E partiamo dalle tantissime recensioni lette sul web che è il mezzo più potente per la promozione. Questo era l’anno in cui bisognava misurarsi con la realtà qualitativa di un turismo definito di massa e tendente verso il basso. Questa terra forte di un’offerta pressoché unica al mondo che coniuga la bellezza e la limpidezza del mare e delle sue spiagge lunghissime, le riserve naturali, alla bellezza dei suoi piccoli paesi con i centri storici intrisi di magia, e alla meraviglia del barocco leccese che avvolge in una carezza affascinante e come una macchina del tempo porta a spasso i turisti nella città di Sant’Oronzo, le splendide chiese, unite ai paesaggi e al silenzio che offrono le nostre campagne dove maestosi svettano, nonostante tutto, gli ulivi, e poi i muretti a secco, monumenti di un’arte antica, che circondano i colori della natura con fichi d’india, fichi e filari di vigne che spuntano come se fossero stati disegnati da qualcuno per aggiungere sfumature originali a un quadro già perfetto.  E poi masserie, torri che accarezzano il mare, ville, portali, tutti elementi che arricchiscono l’unicità di un territorio da favola; e poniamo l’accento sull’arte culinaria e l’ottimo vino che diventano storia nella storia, anche se spesso ci soffermiamo solo su “le friseddre”, i pasticciotti e i rustici, ma qui da noi la cucina è sempre accesa e ogni volta è una sorpresa.  Tutto bello, bellissimo, se ne scrive in modo entusiastico, ma non c’è solo questo perché spuntano i “ma” e i problemi ovunque: lo sguardo e la sensibilità del turista toccano a 360° l’esperienza vissuta. Hanno dovuto fare i conti con la carenza dei trasporti, con parcheggi selvaggi e parcheggiatori abusivi, con gli accumuli di rifiuti provocati dai disservizi, con l’approssimazione di molti degli operatori che si improvvisano come se il brand Salento possa riucire a supplire a ogni mancanza ma così non è perché esiste il bello, quello che si deve migliorare e il brutto. Il problema che poi è diventato una zavorra è la classe politica dormiente che raggiunge le nostre spiagge soltanto per rilassarsi un mese l’anno e chiude gli occhi di fronte ai tanti problemi atavici. E lo ripetiamo con forza, ci vuole autocritica ma il Governo regionale autoreferenziale, distratto e baricentrico è lontano anni luce dalle vere esigenze del Salento. Proprio per questo motivo sono anni che ripetiamo che serve un ente di prossimità primario con una cabina di regia dalla quale sarebbe semplice dare e affrontare le priorità e dare linfa per la crescita.Abbiamo letto di odissee dei turisti dovute ai ritardi dei treni, treni cancellati, sporchi e lenti, traffico, incolonnamenti lunghissimi, semafori rotti, strade interne dissestate, segnaletica assente, strisce bianche mancanti, la massima insicurezza in tutto. Dovremmo seguire il modello dell’Andalusia (una delle 17 comunità autonome della Spagna), una chicca del turismo mondiale grazie alla pluralità e la complementarietà delle sue proposte, una terra che con il nostro Salento ha tante affinità. Se vogliamo invece rimanere in Italia potremmo prendere il Trentino Alto Adige come modello. E dovremmo partire propria da quell’autonomia che ci permetterebbe di riprenderci tutto quello che ci è stato tolto dalla possente mano barese; dobbiamo difendere il nostro paesaggio e il nostro mare deturpati da gasdotti e trivelle, mentre i Governi fanno gli interessi delle multinazionali, senza tralasciare lo scempio delle pale eoliche, dei pannelli fotovoltaici, gli scarichi a mare, e potremmo scrivere tanto altro ancora, forse all’infinito. Come abbiamo sempre detto il nostro territorio ha bisogno di nuove infrastrutture e nuovi collegamenti: porti, porticcioli, l’autostrada fino a Lecce, la 275, l’ammodernamento della Fse, l’alta velocità e l’alta capacità e quindi il frecciarossa e un aeroporto, quello del Salento, che diventi veramente internazionale con nuove tratte utili ad aprire nuovi collegamenti turistici e commerciali con il Salento. Abbiamo bisogno di centralità per queste priorità. Perché tutto questo accada abbiamo bisogno del riordino territoriale che permetta la cancellazione di tutte le province (che con la riforma Delrio non servono proprio a nulla, sono senza soldi, non erogano servizi ma continuano a succhiare sangue ai contribuenti per pagare stipendi superflui) e gli enti inutili, e ridisegni i confini geografici permettendo finalmente la nascita della Regione Salento; il riordino territoriale è un disegno di legge presente in Parlamento che farebbe il bene dell’intera nazione, perché tutto tornerebbe al proprio posto e la spesa pubblica, che si disperde nei meandri della macchina amministrativa fatiscente e obsoleta, si ridurrebbe sensibilmente. Anche perché il Salento come densità di popolazione (1.800.000 abitanti) è già l’undicesima regione d’Italia su venti, più di Sardegna, Liguria, Marche, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Umbria, Basilicata, Molise, Valle d’Aosta; vasta oltre 7.000 kmq, lunga più di 450 km, la più lunga d’Europa. La Regione Puglia non è efficiente e si ferma a Bari, il Salento non è Puglia, questa è la verità che ci condanna e che rischia di farci veramente diventare la periferia d’Italia. E per fare l’esempio più logico proviamo ad immaginare se il Trentino Alto Adige facesse parte del Veneto, sarebbe come il Salento, un bel posto in una regione vastissima, e certamente non si sarebbe sviluppato così come è diventato ora. Prossimità e centralità sono le soluzioni. Facciamo ancora in tempo a scrivere il futuro di questa terra, c’è tanto da fare e da creare, da trasformare, ma per farlo bisogna salire sul ponte di comando della nave prima che affondi.

Paolo Pagliaro
Ufficio di Presidenza Nazionale Forza Italia
Responsabile dipartimento regionalismo, federalismo e identità territoriali
Responsabile Cultura, turismo e comunicazione in Puglia

Dal Quotidiano di oggi 4 Settembre 2017

 

4.9.17