L’orgoglio di F.I. dov’è andato a finire? Si candidi Mazzotta alle primarie

14 Febbraio 2019 L’orgoglio di F.I. dov’è andato a finire? Si candidi Mazzotta alle primarie

L’orgoglio di Forza Italia dov’è andato a finire? Perché questa resa? Siamo stati messi al corrente da un post su Facebook che il nostro partito, contrariamente da quanto è stato deciso all’unanimità nel Direttivo del 14 gennaio, accetta di fare le primarie perché rappresentano l’opzione più idonea per l’unità del centrodestra? Perché non è stato convocato un nuovo Direttivo? È inconcepibile dopo aver espresso quello che per noi è il candidato migliore, cioè Adriana Poli Bortone, figura che rappresenta il volto della buona politica leccese, fare un passo indietro e accettare il volere di altri sulle primarie, che Forza Italia e il Presidente Berlusconi ha sempre considerato una pantomima e farlocche. Con lo stesso metodo siamo venuti a conoscenza di cambi di casacca con freddi comunicati stampa. Così rischiamo di rovinare tutto quello che abbiamo costruito negli anni.
A questo punto se proprio si devono fare le primarie, si candidi chi è d’accordo, ad esempio il coordinatore Mazzotta, chiaramente non si può chiedere la disponibilità a chi non è d’accordo e si consenta ai militanti di Forza Italia che le accettano di votare uno di noi .
Nonostante le primarie siano una farsa, farsa per farsa si dia almeno la possibilità agli elettori di Forza Italia di poter scegliere un forzista. Non si commetta anche l’errore di andare al traino di un candidato di altri partiti o lista civica o qualcuno raccattato all’ultimo minuto, questo ci farebbe scomparire completamente. Resto dell’idea che stiamo perdendo la possibilità di avere la migliore personalità politica di Lecce, stimata non solo a livello locale ma anche nazionale, come capitano di una squadra che avrebbe vinto la corsa per Palazzo Carafa. Ho deciso di scrivere questo mio pensiero in una nota proprio perché non abbiamo avuto modo di parlarne di persona in una riunione che sarebbe stata necessaria.

Lecce, 14 febbraio 2019

Paolo Pagliaro