Analisi politica voto amministrative: disertate le urne, segnale preoccupante

16 Giugno 2022 Analisi politica voto amministrative: disertate le urne, segnale preoccupante

Il mio intervento sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 16 giugno 2022:
Il vero vincitore di queste elezioni è il partito dell’astensione. Dato ancor più eclatante e allarmante per le amministrative, che fra tutte le consultazioni sono quelle di maggiore prossimità, per la vicinanza ai candidati e per le conseguenze dirette e tangibili che l’azione amministrativa ha su ogni comunità. Invece, la disaffezione alla politica avanza e dilaga anche alle comunali. Le cause hanno radici antiche che affondano nella crisi dei partiti tradizionali e che hanno trovato terreno fertile nell’annacquamento delle ideologie. Il confine tra destra e sinistra si confonde fino a mescolarsi, e si allarga a dismisura la zona grigia di centro, quella terra di mezzo che si estende a piacimento nella direzione di comodo del momento, per alleanze dettate spesso da opportunismo e non dalla condivisione di valori, di visioni, di progetti.
In questo desolante scenario di disaffezione verso la politica, che si traduce nella rinuncia al diritto-dovere di voto, l’unico collante per riannodare il filo sfibrato o addirittura spezzato con i cittadini sono le battaglie del territorio. Battaglie che mettano al centro i problemi che incidono nella carne viva dei cittadini, quelli con cui tutti si trovano a dover fare i conti. E questo non vuol ripiegamento su se stessi ma provare a dare risposte ai bisogni veri della gente, che partono dall’ascolto e da un contatto diretto che si è perso con lo scollamento crescente fra piazza e palazzo.
Scendendo nell’analisi politica, a fronte dei proclami di vittoria della sinistra, il dato che emerge è l’affermazione del centrodestra, laddove si presenta unito. Compatti si vince: una lezione che il centrodestra salentino e pugliese stenta ad imparare, prigioniero di vecchie ruggini che vanno cancellate una volta per tutte. Lo ripeto da anni, e il Movimento Regione Salento che rappresento è pronto a dare il suo contributo per provare a sminare il campo. È ora di farlo, se vogliamo tornare a governare i nostri comuni, i nostri territori. Questo non vuol dire rinuncia alla nostra posizione identitaria ma collocazione in un’area ben precisa, per giocare un ruolo da protagonisti nella prossima campagna elettorale per le politiche. Voltiamo pagina, impediamo che si ripetano gli errori del passato dei partiti nazionali che hanno perso il contatto con i territori e pretendono di calare dall’alto nomi esterni, colonizzando i collegi. Eclatante il caso del Salento, dove sono stati candidati capolista mai visti sul territorio dopo l’elezione. È una stortura prodotta dal sistema elettorale senza preferenze e con listini bloccati, che seleziona uomini di partito senza alcun contatto con I territori.
Ormai solo i consiglieri regionali vengono davvero eletti per volontà popolare e sono antenne dei territori, portavoce delle loro istanze.
Una riflessione seria va fatta anche sugli auto proclamati rottamatori della vecchia politica, che una volta eletti si sono incollati alle poltrone. E la strada per ricucire la frattura con i cittadini non può essere neppure il civismo banderuola che fa rima con cinismo e opportunismo. Le civiche che dilagano nelle competizioni elettorali, senza identità e senza progetti di lungo respiro, si rivelano spesso cavalli di Troia per entrare a palazzo. Credo invece nella forza dei movimenti territoriali, costruiti sulla condivisione di valori e progetti. Non a caso il Movimento Regione Salento cresce e si rafforza, e si affaccia ad una fase nuova di gioco di squadra nel campo del centrodestra, pronto a federarsi con chi è animato dalle stesse idee di autonomia e vicinanza ai territori, dove ciascuno sia messo nelle condizioni di crescere e valorizzare le proprie radici e i propri punti di forza, archiviando decenni di strabismo e miopia del governo di questa regione.