SS275, simbolo delle grandi incompiute del Salento

30 Giugno 2023 SS275, simbolo delle grandi incompiute del Salento

“Meglio tardi che mai” è diventato il mantra autoconsolatorio del Salento bistrattato, che si ritrova ad esultare per interventi che si concretizzano dopo anni di attesa e patimenti per ottenere il dovuto. Come la pubblicazione – a ben sette anni di distanza dal precedente avviso ritirato da Anas dietro suggerimento dell’Autorità Anticorruzione – del bando per i lavori di ammodernamento e adeguamento della statale 275 Maglie-Leuca. Una notizia che accolgo con grande soddisfazione, sia chiaro, e per la quale dobbiamo ringraziare un governo nazionale finalmente attento alle nostre istanze.
Non ci meritiamo di essere trattati da periferia dell’impero Bari-centrico della Puglia, rivendichiamo con orgoglio la nostra identità di gloriosa Terra d’Otranto: le province di Lecce, Taranto e Brindisi in un unicum territoriale con tre anime “sorelle”, figlie della medesima matrice storico culturale. La Regione Salento, distinta dalla Regione Puglia, sarebbe la risposta politico amministrativa ideale ai bisogni di un territorio che con il suo milione e 800mila abitanti sarebbe l’undicesima d’Italia, su ventuno. Salento che resta distante, e non soltanto geograficamente, dal governo regionale, ed orfano delle Province spogliate di risorse e mezzi dalla famigerata legge Delrio. Se ci fosse stata la Regione Salento, l’autostrada non si sarebbe fermata a Bari, come non si fermerebbe a Bari l’alta velocità ferroviaria, perché una Regione non può essere tagliata fuori dalla rete dei trasporti. Storicamente, la stazione di Lecce è quella di testa della linea ferroviaria nazionale
Per la statale Maglie-Leuca ora c’è un impegno di spesa di 289 milioni, e una data di scadenza, il 31 luglio, per il primo lotto Melpignano-Tricase zona industriale. Segno tangibile dell’attenzione del governo di centrodestra verso un’arteria fondamentale per la viabilità salentina, finora trascurata.
Non è l’unica purtroppo, anzi l’elenco delle eterne incompiute è drammaticamente lungo. Da sempre, per me, un cruccio e un’ingiustizia da combattere: fin da ragazzino combatto per far sentire la voce del mio Salento, e poi come editore tv (con le 10 battaglie di Telerama e le tante inchieste), ed oggi come politico, portando i problemi del Salento nelle stanze della Regione. Dall’efficienza della rete di strade, ferrovie e aeroporti dipende lo sviluppo di ogni territorio, e quello salentino è stato trascurato, per non dire ignorato.
Da anni, se non decenni, aspettiamo il completamento della strada dei due mari Otranto-Gallipoli, della 7 ter bradanico-salentina che dovrebbe collegare finalmente Lecce a Taranto con una statale a quattro corsie, della regionale 8 Taranto-Nardò e Melendugno-Otranto; aspettiamo la messa in sicurezza della strada Gallipoli-Leuca; il completamento della metropolitana di superficie che mandi finalmente in pensione i treni lumaca a gasolio delle Fse da noi ribattezzati del Far West, sostituendoli con convogli elettrificati e moderni.
Aspettiamo che l’Aeroporto del Salento decolli davvero e non sia cenerentola di Bari-Palese, che venga messo nelle condizioni di operare al meglio assicurando tratte e voli adeguati ad una domanda crescente e garantendo collegamenti su gomma e ferro con le località turistiche e con i tre capoluoghi salentini. Scontiamo un ritardo di almeno dieci anni rispetto a Bari, dove esiste un collegamento diretto fra aeroporto e stazione centrale di Bari dal 2013. Mentre noi restiamo figli di un dio minore. Per anni ci hanno propinato la storiella dei costi-benefici, della domanda-offerta: inutile attivare un aeroporto in Salento se non c’è richiesta, dicevano. I numeri hanno smentito questa teoria, e potrebbero essere ben altri se le politiche di Aeroporti di Puglia incentivassero seriamente lo scalo brindisino, che sarebbe di primo livello se fosse a servizio della Regione Salento, e non avrebbe nulla di meno rispetto a Bari-Palese.
Anche i porti di Brindisi e Taranto sono schiacciati dallo strapotere di Bari, che si è accaparrata la fetta maggiore del ghiotto segmento crocieristico.
Fin dal mio insediamento in Consiglio regionale batto i pugni per rivendicare la giusta attenzione alle infrastrutture della mia terra, a cominciare dalla madre di tutte le battaglie: l’estensione dell’alta velocità fino a Lecce, perché – mai mi stancherò di ripeterlo – l’Italia comincia da Santa Maria di Leuca e non finisce a Bari.
Senza dire dei servizi di prossimità, a cominciare dall’assistenza sanitaria, che continuano ad essere tagliati, mentre sono doverosi soprattutto nei territori periferici, dove un presidio medico o la sede distaccata di un ufficio pubblico sono gli unici punti di riferimento per la popolazione più anziana e fragile, quella che non ha i mezzi per raggiungere la città.
Ora che a Roma il vento è cambiato, e se ne vedono i segni, confido nella volontà del governo nazionale di continuare a lavorare per assicurare al Salento la centralità che merita, assicurando quelle infrastrutture che gli consentirebbero di mettere le ali al suo sviluppo.
Lecce, 30 giugno 2023