Salento: valanghe di fango su caro prezzi e servizi precari

23 Agosto 2023 Salento: valanghe di fango su caro prezzi e servizi precari

La mia intervista dulla Gazzetta del Mezzogiorno del 23 agosto 2023:
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Estate, Salento, Puglia, caro prezzi, polemiche. Lei è intervenuto a più riprese difendendo e motivando questa difesa. Iniziamo dal suo video che su Facebook ha avuto grande risonanza. La domanda, dunque, è una: il Salento può essere catalogato tra le località più costose?
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“La verità è che il Salento è stato vittima di un attacco mediatico senza precedenti, di una campagna denigratoria che ha strumentalizzato alcuni dati e singoli episodi per costruire una narrazione falsa che ha alimentato un passaparola virale e deleterio sui social. Con il mio video che lei ha citato e che ha avuto effettivamente una grande eco (quasi 450mila visualizzazioni, 5mila like, 3mila condivisioni, 5mila commenti prettamente positivi) ho voluto mostrare quello che a certa stampa in malafede conviene non vedere, occultare: prezzi esposti e chiari nei lidi, per cui chi sceglie di andare in strutture di lusso sa bene quando dovrà sborsare e non ha motivo di lamentarsi. Ho anche sfatato il mantra della frisa a prezzi esorbitanti, mostrandone una di grano d’orzo con olive, capperi, pomodorini e olio extra vergine di oliva al costo più che onesto di 3,50 euro, e quella semplice con soli pomodori a 2,50 euro. Così come il prezzo dei servizi: ci sono lidi rinomati in località incantevoli dove in alta stagione si spendono 21 euro al giorno per un ombrellone e due lettini, 17 euro per un ombrellone e due sdraio. Ovviamente ci sono prezzi per tutte le tasche: ognuno sceglie quello che può o vuole spendere”.
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Quando parla di campagna denigratoria cosa vuol dire per l’esattezza?
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“Premetto che non ho nulla contro l’Albania tanto decantata quest’estate, ma siccome il turismo è una moda, credo sia stata spinta questa località mettendo a confronto prezzi e servizi in modo del tutto sbagliato. Un’operazione ben orchestrata per mettere in cattiva luce il nostro territorio che, è vero, ha criticità importanti da risolvere ma è pur sempre uno dei posti più belli del mondo, che ha da offrire molto di più degli stabilimenti balneari: un giacimento di bellezza che va dal paesaggio alla cultura, dall’enogastronomia alle tradizioni, un sistema di servizi e attrattori che rappresentano un grande valore aggiunto”.
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Parliamo del caso Gallipoli. Trova che ne sia stata data un’immagine non veritiera?
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“Assolutamente, anzi vergognosamente non veritiera. Gallipoli è stata etichettata come meta di adolescenti ubriaconi e sballati, senza considerare lo sfregio incalcolabile all’immagine di una delle perle del nostro Salento. Si tratta di un problema di ordine pubblico che non dipende dall’offerta turistica ma che è stato fatto passare come tale. Non si può fare di tutta l’erba un fascio, e far pagare a Gallipoli e al Salento una situazione che richiede misure ad hoc ma che non può essere identificata con l’intero sistema turistico gallipolino e salentino. Questo sparare nel mucchio è molto scorretto: singoli episodi di bravate vengono additati come la normalità, senza neppure accennare alla bellezza dei luoghi, all’accoglienza di qualità su cui investono molti imprenditori turistici”.
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Basteranno le app e le stelle assegnate ai lidi per ridare smalto all’immagine ammaccata del Salento, della Puglia?
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“Me lo auguro davvero, ma l’operazione verità andava fatta subito con smentite ed evidenziando la varietà dell’offerta turistica regionale, come fanno in altre località d’Italia dove c’è un sano campanilismo, quello che serve per crescere e per guardare al futuro con ottimismo. La Regione si limita ad annunciare contromosse per l’anno venturo, app per informare i turisti sui servizi in spiaggia e stelle assegnate ai lidi come si fa con gli alberghi, ma questo annuncio non fa che avallare la campagna di fango di certa stampa. Non è questa la strada giusta, serve una reazione forte, uno scatto di orgoglio, la rivendicazione di un valore che non si misura in stelle. Non si può far finta di nulla e tacere di fronte ad un attacco così evidente e massiccio al Salento e alla Puglia, che nonostante tutto – in virtù della sua bellezza e dei suoi attrattori turistici straordinari – secondo i numeri diffusi dal più importante motore di ricerca di viaggi e vacanze è stata la regione con il più elevato numero di prenotazioni su base settimanale per il periodo a cavallo di Ferragosto, con la percentuale maggiore di strutture al completo: 90% dall’8 al 20 agosto, a fronte dell’86% della Toscana e dell’80% dell’Emilia-Romagna. Ma i racconti negativi, le bugie vanno smentite subito e con forza, lo ribadisco”.
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Lei ha parlato di criticità che ostacolano la crescita del Salento. Quali?
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“Il nostro problema più grande sono i collegamenti carenti e obsoleti, le strade mulattiera, un aeroporto sottodimensionato e penalizzato rispetto a quello di Bari, disconnesso dai centri più rinomati del territorio, l’autostrada e l’alta velocità ferroviaria che non arrivano a Lecce. Tutto questo è frutto di politiche miopi e strabiche, del governo regionale e nazionale, perché l’Italia inizia a Santa Maria di Leuca e non finisce a Bari, e perché il Salento è terra turistica per vocazione. Purtroppo, c’è un problema di fondo nell’offerta turistica, ossia la mancanza di una cabina di regia regionale , capace di dare la giusta attenzione a ogni singolo territorio e alle proprie specifiche esigenze, talvolta in contrasto e in concorrenza fra loro in una regione così estesa e disomogenea. C’è poi un altro problema : molte strutture ricettive e di ristorazione che peccano per improvvisazione, mancata formazione del personale, scarsa cura dei dettagli a cui i turisti sono giustamente attenti. E purtroppo c’è anche un diffuso deficit di senso civico: mancata pulizia dei cigli delle strade, campagne usate come discariche, abbandono dei terreni devastati dalla xylella e ancora in attesa di un’opera di riforestazione urgente e necessaria. C’è una totale disattenzione ed impreparazione rispetto al problema degli incendi che mandano in fumo ogni anno vaste porzioni di vegetazione, polmoni verdi sempre più preziosi in una terra che va verso la desertificazione. Tutto è lasciato all’opera impagabile dei vigili del fuoco e bisogna attendere l’arrivo dei canadair da fuori regione. Da quarant’anni, prima come editore e poi come politico, mi batto per denunciare questi scempi e per rivendicare azioni che diano la giusta attenzione a questo lembo meraviglioso di terra e che ne mettano a frutto pienamente le immense potenzialità. Perciò non posso consentire che si scrivano inesattezze e falsità, che si diffami il mio Salento”.