L’intervista del Nuovo Quotidiano

13 Aprile 2024 L’intervista del Nuovo Quotidiano

1) Paolo Pagliaro, consigliere regionale e presidente del Movimento Regione Salento, per molti mesi il suo nome insieme a quelli del già deputato Ugo Lisi e di Adriana Poli Bortone è stato al centro dell’analisi dei partiti nazionali di centrodestra chiamati a tracciare l’identikit del candidato sindaco. A margine della valutazione la scelta è ricaduta sulla senatrice. Quale elemento, a suo avviso, è stato determinante ai fini della scelta?

“Il momento decisivo è stato certamente quello del mio passo di lato e dopo quello di Ugo.
Sul tavolo c’erano nomi di assoluto rilievo, ma più di ogni cosa era fondamentale mantenere l’unità del centrodestra. Del resto, se così non fosse stato, staremmo come Bari, ancora senza un candidato ufficiale e poche settimane dal voto”.

2) “Ad Adriana Poli Bortone il merito di tenere unita la coalizione” è stato detto. Perché con lei si sarebbe frammentata?

“Assolutamente no. Attorno a me ho percepito un interesse e un affetto straordinari. Molti amici, amministratori e sostenitori erano pronti ad affiancarmi alla guida della coalizione. Ma è sempre una questione di tempi. Era il momento di sbloccare l’impasse perché la figura di Adriana riusciva ad esprimere al meglio il sentimento comune”.

3) Carlo Salvemini e il centrosinistra chiedono ai leccesi la riconferma alla guida di Palazzo Carafa per completare il programma di governo avviato nel quinquennio. Lei come giudica il lavoro dell’amministrazione uscente? Giudizio negativo su tutta la linea?

“Il loro lavoro è sotto gli occhi di tutti. Lecce è peggiorata, è una città buia, triste, trascurata, invasa dallo sconsiderato progetto delle ciclabili, caos e degrado ovunque. Questa amministrazione è stata poco attenta, dal centro storico, alle periferie, alle marine, alle esigenze dei cittadini, dei commercianti, delle imprese, non ha avuto una visione globale di quello che sarebbe servito a Lecce. Ma cosa più grave, a mio giudizio, è l’incredibile incapacità e la scarsa propensione all’ascolto. Si sono presentati agli elettori 5 anni fa sventolando la bandiera della trasparenza e della partecipazione, il risultato è stato quello di un sindaco chiuso nel guscio delle sue convinzioni ideologiche”.

4) Piste ciclabili in costruzione, progetto di chiusura al traffico di via XXV Luglio pronto a partire e cantieri aperti in centro e nelle marine: i risultati si vedranno da qui a qualche anno oppure è solo una sommatoria di lavori in corso senza alcuna vision?

“Ha detto bene, senza alcuna visione, perché in tutto questo non sono stati coinvolti i cittadini, le associazioni di categoria, non si è tenuto conto delle vere esigenze della città che è formata da chi la vive, non da chi pensa di poterla cambiare senza nessuna lungimiranza. È stata spogliata l’anima di questa città, Lecce ha perso l’orgoglio della sua identità”.

5) Anche in questa sfida elettorale, come già era accaduto nel 2019, il civismo che fa riferimento agli assessori regionali Alessandro Delli Noci e Sebastiano Leo punta a ritagliarsi un ruolo determinante nella coalizione di centrosinistra. Il civismo farà ancora una volta da ago della bilancia oppure, come ritengono alcuni esponenti del centrodestra, la bolla di Emiliano è scoppiata?

“Di quale civismo stiamo parlando? Di quello che nasce, cresce e muore in campagna elettorale, dietro al quale si nascondono sottoboschi di interessi, di incarichi, di consulenze e di poltrone? Quello di una serie indefinita e indefinibile di nomi e di liste appiastricciate senza valori e senza ideali? Non è questo il civismo, questo è opportunismo orchestrato da campioni del trasformismo, è un sistema di potere tentacolare esteso da Bari a Lecce e in tutta la Regione.
Il civismo, quello vero, è quello che vive quotidianamente i bisogni e le esigenze della comunità. È quello del Movimento Regione Salento: noi ci siamo ogni giorno, accanto ai cittadini, per i cittadini. La nostra politica non ha solo orizzonti elettorali. Noi ci siamo sempre, 365 giorni l’anno e siamo da sempre quelli che parlano ai volti, non ai voti”.

6) Il Movimento Regione Salento, invece, che ruolo avrà nella sfida che la coalizione di centrodestra si gioca?

“Mi permetta di dire che il MRS sarebbe stato pronto ad essere la perfetta locomotiva della coalizione, se ci si fosse stato dato questo onere e onore. Ma faremo la nostra parte con impegno ed entusiasmo, continuando a credere nel nostro modello di politica, quella che facciamo tutti i giorni, accanto alla gente, nelle periferie, nei mercati, negli ospedali, ovunque ci chiamano e cercheremo di dare il nostro apporto significativo alla vittoria dell’Adriana, così come simpaticamente la chiamano i nostri cittadini. La lista che stiamo costruendo giorno dopo giorno va proprio in questa direzione”.

7) A proposito di governo regionale, il “caso Bari” sembra aver aperto una questione morale all’interno del centrosinistra tra questioni giudiziarie, commissione d’inchiesta, arresti e indagati eccellenti sino alle dimissioni dell’assessora regionale Anita Maurodinoia. Consigliere cosa sta accadendo? Uno tsunami improvviso oppure solo un epilogo scontato?

“Non voglio parlare di epilogo scontato perché sono un garantista da sempre. Una cosa è certa, però, si è aperto il vaso di Pandora dal quale potrebbe uscire di tutto: stanno venendo al pettine i nodi di una gestione disinvolta della cosa pubblica che abbiamo evidenziato fin dalla campagna elettorale per le regionali. Una pesca a strascico pur di raccattare consensi e puntellare una maggioranza accozzaglia, con una ininterrotta e indiscriminata campagna acquisti cominciata con i 5 Stelle, passati dall’opposizione ai banchi della maggioranza e alle poltrone in giunta. Stanno cadendo come birilli molti fedelissimi del cerchio magico di Emiliano, coinvolti in inchieste giudiziarie.
La nostra politica è diversa, noi siamo per la meritocrazia e non per gli accordi. Noi, l’unica cosa che promettiamo, che manteniamo, e che diamo ai nostri elettori è il nostro impegno. Chi sceglie noi lo fa perché ha bisogno di gente di cui fidarsi per il bene comune e non di gente a cui chiedere un lavoro o favori vari”.